Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: – Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che mi importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco.

dal libro “Le città invisibili” di Italo Calvino

Queste parole mi fanno venire in mente anche il poverello di Assisi che pietra su pietra ricostruiva una chiesa ferita e crollata. Anche noi un pezzo per volta, un giorno dopo l’altro, umilmente procediamo ed aggiungiamo pezzi a quella che sarà presto la tana del branco.

In questi giorni è arrivato il tetto e con lui la pioggia che aspettavamo da mesi (a saperlo lo avremmo montato molto prima). A terra prendono forma i muretti su cui presto appoggeremo i pannelli delle vecchie sedi che i volenterosi papà hanno ripristinato e poi continuano i lavori invisibili delle mamme che preparano marmellate, degli amici che caricano e scaricano assi di legno agli orari più improbabili, dei custodi del cantiere che ci aggiornano su chi passa a dare un occhio, i membri del consiglio che affrontano la burocrazia, dei tanti che in un modo o nell’altro continuano a sostenere questo progetto sentendosene, io spero, un po’ parte perchè è questa comunità di Magreta l’arco che sostiene il progetto e siamo tutti noi, con i nostri piccoli grandi gesti, le pietre che lo rendono vero.

Grazie sempre a tutti